Non esiste Carnevale senza le Castagnole, dolce tipico che soprattutto in alcune regioni è ancora più amato delle Chiacchiere (o come volete chiamarle, in base a dove vivete). In questo articolo vedremo brevemente l’origine di questi piccoli dolcetti fritti e poi vedremo come si preparano, per poterle ricreare anche in casa.
Dagli Angioini ai Farnese
Tutti concordano che il Carnevale, quel periodo o tanto amato o tanto odiato che vede tantissime persone indossare maschere e costumi variopinti e riempirsi la pancia di dolcetti fritti, è dietro l’angolo. O almeno, il Carnevale Ambrosiano che si festeggia a Milano, in Lombardia e nelle regioni soprattutto settentrionali.
Ma pochi sanno che soprattutto in alcune regioni la festa è già iniziata, addirittura più di un mese fa: il 17 Gennaio, giorno celebrante Sant’Antonio Abate. Proprio in questa giornata vengono allestiti i vecchi alberi usati a Natale, per il rogo.
Un rituale con valore di purificazione, simbolo delle piaghe che comparirono sul corpo di Sant’Antonio Abate nella sua lotta contro il demonio. E per onorare questa tradizione, questa battaglia del Santo, vi parliamo delle Castagnole, dolce tipico proprio delle zone dove si festeggia il Carnevale Antoniano.
Questo dolce, dal nome nato perché la loro forma e la loro dimensione ricorda proprio il prelibato frutto autunnale – le Castagne – è tipico di Veneto, Emilia e soprattutto Romagna, Lazio e anche Campania, quasi un unicum nelle regioni meridionali.
È un dolcetto fritto e pieno di zucchero le cui origini sono antiche, anche se non vanno lontanissimo nel passato (per intenderci, non sono un dolce di cui si preparava una versione rudimentale anche nella Società Romana).
Le fonti ci dicono che, a parte i ricettari Ottocenteschi grazie ai quali si è tramandata la ricetta odierna e che prepariamo anche oggi, sono esistenti altre quattro ricette diverse con il nome di Castagnole, una delle quali presenta anche una cottura al forno. Una di queste si trova in un manoscritto tardo-settecentesco, ritrovato nell’Archivio di Stato di Viterbo da Italo Arieti.
Ma di Castagnole già si parlava anche nel XVII secolo, in particolare nel 1692 grazie alle ricette del Cuoco Latini, chef personale anche degli Angioini. E anche prima, nel 1684 con il Cuoco Nascia, il quale invece serviva la casa dei Farnese.
Sia il Latini che il Nascia scrivevano di Struffoli (che oggi specie a Napoli si usa come sinonimo delle Castagnole) alla romana, descrivendole in maniera analoga a come oggi uno farebbe con le Castagnole che conosciamo noi.
Ma pare che la vera origine di questi dolcetti sia proprio la Romagna, ed è qui che infatti sono molto sentite. Ora che più o meno sappiamo la loro storia, vediamo come prepararle!
Ricetta delle Castagnole
Potete chiamarle Castagnole, Tortelli o Zeppole (e questi sono solamente alcune delle denominazioni di questo dolce) ma ciò che è chiaro è che sono immancabili come i coriandoli e le mascherine quando si parla di carnevale.
Questi dolci romagnoli sono dei piccoli bocconi di pasta fritta, con una copertura fragrante all’esterno e una parte morbida all’interno. E poi rotolate nello zucchero semolato e/o nello zucchero a velo sono golosissime per tutti, ma proprio tutti.
La ricetta classica e “originale” – anche se, come abbiamo visto, è difficile parlare di ricetta originale – vuole l’uso dell’anice stellato come aroma, ma vi consigliamo comunque di provare delle varianti che impieghino altri aromi cosicché possiate trovare la vostra ricetta personale e perfetta.
Come detto, questo dolce è romagnolo ma è ormai preparato in tutta Italia, a volte farcito con della crema pasticcera o della crema al cioccolato, a volte lasciate vuote per assaporare il loro gusto intenso e morbido. Inoltre, se molti le friggono, altri le fanno anche in versioni cotte al forno.
In ogni caso, vediamo che cosa serve per farne circa 30:
- 200 grammi di Farina tipo 00.
- 50 grammi di
- 40 grammi di Burro
- 8 grammi di Lievito in polvere per dolci.
- 2 Uova.
- Mezza scorza di limone.
- 1 pizzico di sale.
- 1 baccello di vaniglia.
- 1 cucchiaio di liquore all’anice.
- Zucchero q.b. per cospargerle.
- Olio di semi di arachide per la frittura.
Preparazione
Vediamo ora come preparare questo dolce goloso e squisito, le castagnole. Iniziate incidendo il baccello di vaniglia in modo da prelevarne i semi. Subito dopo uniteli allo zucchero e mescolateli insieme.
Mettete la farina in una ciotola a parte, e uniteci lo zucchero mescolato ai semi di vaniglia e le uova. Adesso è il momento di unire anche il burro a pomata, la scorza di limone grattugiata e il liquore all’anice.
Proseguite salando un po’ (basta davvero un pizzico) e aggiungendo anche il lievito, ovviamente setacciandolo. Dopo che avete unito tutti gli ingredienti, prendete una forchetta e procedete a mescolarli. In seguito, continuate la lavorazione impastando con le mani.
Quando vedete che l’impasto è divenuto un composto omogeneo e uniforme, mettetelo un altro piano di lavoro che precedentemente avete infarinato un po’, e magari aiutatevi con un tarocco.
Impastate tutto il composto finché non ne verrà fuori una pagnotta liscia e bella morbida. Se vedete che è molto appiccicosa, continuate aiutandovi pure con il tarocco. Mettete ora la pagnotta in una ciotola, coprendola con la pellicola trasparente per alimenti, e lasciate a riposo per una mezzoretta.
Dopo il tempo di lievitazione, cominciate a scaldare l’olio per la frittura facendo in modo che raggiunga i 170°: è questa, infatti, la temperatura ideale per far ottenere alle Castagnole la loro tipica e giusta doratura, nonché la perfetta cottura interna.
Mentre, quindi, l’olio scalda, voi formate le Castagnole prendendo un po’ di impasto dalla ciotola e facendo un filone su un piano infarinato. Con il tarocco tagliate dei pezzi di pasta (dal peso di circa 12 grammi). Questo impasto vi consentirà di ottenere più o meno 30 castagnole.
Modellate ogni porzione con le mani, facendo delle palline. Una volta che vedete che l’olio ha raggiunto la temperatura idonea alla frittura, metteteci pochi pezzi alla volta aiutandovi con la schiumarola per trasferirli all’interno del tegame senza rovinarli (e senza rischiare di ustionarvi le dita).
Quando sono all’interno della padella, giratele spesso sempre con la schiumarola: in questo modo la cottura ne esce uniforme. Quando vedete che sono ben dorate, scolatele e poi mettetele su un foglio di carta paglia eliminando l’olio in eccesso.
Mentre scolano versate lo zucchero semolato in una ciotola, e dopo che l’olio in eccesso è scolato tutto, fatele rotolare all’interno della ciotola con lo zucchero (attenzione: devono essere ancora calde!). Fate la stessa operazione con tutte le castagnole, e poi servitele immediatamente ai vostri bambini e ai vostri ospiti, per gustarle insieme a loro!
È importante che le consumiate subito, al massimo durante la giornata. Infatti l’impasto si conserva in frigo massimo un giorno, e non è consigliabile congelarle.
Alcuni suggerimenti
Se non vi piace l’anice, potete sempre sostituire quel liquore con la grappa, il rum o la strega. E per i bambini potete usare una dose eguale di succo d’arancia. Inoltre, come si accennava inizialmente, potete sostituire lo zucchero semolato con quello a velo, magari mescolato ad un po’ di cannella.
Buon appetito, e buon divertimento!