Siamo nel 1910, ad Ospedaletto d’Alpinolo, nel cuore dell’Appennino Campano, meglio conosciuto come il “paese del torrone”. Qui, nasce la nostra azienda dolciaria Oliviero che opera nel nome della tradizione e dell’innovazione, tra sapere e sapore antico adeguandosi ai tempi e alle nuove tecnologie.
Il torrone, il dolce tipicamente natalizio a base di miele, zucchero e mandorle, è stato l’origine su cui questa azienda ha fondato la sua fortuna. Filippo Oliviero, infatti, per lasciare un segno tangibile e un dolce ricordo ai pellegrini in visita al Santuario di Montevergine, iniziò la produzione, nel piccolo garage di casa, della famosa “copeta” – dall’arabo qubbayt, conserva dolce – un torrone bianco dalla consistenza dura arricchito da frutta secca, in particolare nocciole, mandorle e pistacchi.
La copeta
Ben presto, grazie alla vendita nelle sagre e nelle feste di paese, il torrone Oliviero conquista popolarità raggiungendo i confini regionali. A crescere non è solo la vendita, ma anche la nuova generazione Oliviero. Infatti, l’attività a vocazione familiare tanto voluta dal capostipite Filippo, è presto portata avanti dal figlio Fortunato.
Fortunato Oliviero e la bancarella di San Gerardo
Virginia Woolf disse che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. La grande donna dietro al grande Fortunato è Nina, sua moglie e suo braccio destro.
Il torrone di Fortunato e Nina si distingue per la qualità ed il gusto tanto che la domanda arriva a grandi numeri al punto che è necessaria, per incrementare adeguatamente la produzione, l’assunzione di altre persone alcune delle quali ancora presenti nella famiglia Oliviero e colonne portanti dell’azienda.
Il torrone Oliviero è presto sulla bocca (e nella pancia) di molti, tutti richiedono un pezzetto di quel lingotto d’oro bianco. È un successo nelle sagre di paese, nelle feste, in piazza. Le importanti feste della Madonna dell’Arco, di Sant’Anna a Lettere e Materdomini, mete di pellegrinaggi religiosi, divengono i luoghi in cui poter assaporare tutto il gusto Oliviero. Fortunato e Nina lavorano instancabilmente, giorno e notte, per soddisfare le numerose richieste.
Nina e la bancarella di San Gerardo
Sacrifici, impegno, passione e gentilezza: questi i leitmotiv che animavano Fortunato e Nina che presto decidono di procurarsi una bancarella, un punto vendita umile e fisso, sempre a stretto contatto con la gente, nella vicina San Gerardo, anch’essa meta religiosa. Il contatto con i numerosi pellegrini in visita al Santuario ha contribuito non poco all’ulteriore promozione e diffusione del marchio Oliviero e del suo oramai famoso torrone.
Spesso il successo di un’attività non è legato solamente alla qualità del prodotto sebbene questa ne sia caratteristica imprescindibile. La mentalità, la lungimiranza, l’attenzione e la cura nella produzione di Fortunato, la sua vena gentile e scherzosa, la precisione di Nina nel confezionamento e nella presentazione al pubblico delle varianti di torrone sono cresciute nel tempo ed hanno contribuito alla popolarità del prodotto e del venditore.
Non passa molto tempo che a Fortunato e Nina si aggiunge Filippo, il primogenito, seguito da Gerardo, Maurizio e Antonella. Terza generazione Oliviero. Ma questa è un’altra parte della storia.