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Tutti i dolci di Carnevale

È arrivato quel periodo dell’anno in cui ci si può travestire, divertire, colorare e soprattutto riempire la pancia di dolci. Ovviamente l’Italia non manca di ricette e squisiti dolcetti nemmeno per questo colorato momento, e così ogni regione ha le sue peculiarità e le sue varianti – e nominazioni – di ricette comuni. Vediamole insieme in questo articolo, facendoci tra l’altro venire l’acquolina in bocca.

Parola d’ordine: fritto

Carnevale è un periodo molto particolare, condiviso in tutto il mondo per gli stessi motivi: per almeno una volta all’anno i ruoli si possono invertire, e si può essere chi non è. In passato, pensando per esempio al carnevale tipico veneziano, quello che ha visto anche nascere le maschere della Commedia dell’Arte, i servi potevano vestirsi da padroni, oppure prendere in giro i loro padroni stessi, senza rischiare legnate e altre punizioni, né quel giorno né i seguenti.

Questa tradizione è rimasta anche oggi, nonostante certamente i tempi siano certamente cambiati. C’è chi vuole onorare la tradizione, scegliendo i costumi classici di Arlecchino, Pulcinella, Colombina e tutti gli altri.

E c’è chi invece si ispira ad altri media e ad altri personaggi entrati a far parte del nostro quotidiano. Magari da cartoni animati ormai iconici e leggendari, come quelli Disney: tanti bambini ma anche tanti ragazzi e adulti si vestono da topolino, topolina, Biancaneve, Principe Azzurro, Malefica de La Bella Addormentata nel Bosco.

Altri ancora si ispirano ai personaggi dei videogiochi più iconici, come quelli firmati Nintendo: chi preferisce i classici Super Mario e Princess Peach, chi opta per il fantasmino Boo, il dolce draghetto Yoshi; chi punta sui personaggi di Legend of Zelda, come Link; chi ancora punta sui Pokemon, vestendosi da Allenatore o da Pikatchu o dal suo Pokemon.

Non è finita, perché subentrano i nuovi media di Netflix e delle nuove piattaforme, che in breve tempo hanno creato prodotti molto amati. Come i personaggi della serie Stranger Things (firmata Netflix) o di Black Mirror, sempre Netflix.

Insomma il concetto è che ce n’è davvero per tutti, e ci si diverte tanto a creare dei costumi originali e iconici che poi si ha il piacere di conservare nell’armadio insieme alle foto scattate, come bellissimo ricordo cui ripensare ogni tanto, specie nei momenti più stressanti e tristi che periodicamente condizionano le nostre vite.

Ma a rendere ancora più bello e felice il Carnevale sono i dolci che profumano l’aria di questo periodo dell’anno. In questo articolo però vogliamo fare qualcosa di diverso dal solito, non parlandovi solamente delle tipicità italiane ma anche di quelle del mondo (una cosa che, se ricordate, avevamo fatto anche per Natale).

La parola d’ordine che accomuna le ricette di ogni Nazione è “Fritto”. Sì: per essere dei veri dolci natalizi, devono essere obbligatoriamente fritti. Quindi dimenticate parole come “dietae scacciate i sensi di colpa, e siate pronti a gustare tante tipicità gastronomiche che vi faranno letteralmente sognare.

Parlando dei dolci italiani, ovviamente ogni Regione ha la sua peculiarità, e tutti i dolci carnevaleschi dello stivale hanno origine in un lontano passato, in tempi in cui i giorni della Quaresima erano ampiamente rispettati.

Martedì e Giovedì grasso, dal momento che erano quelli precedenti l’inizio della Quaresima, consentivano gli ultimi eccessi di gola prima dell’inizio del digiuno. Ma andiamo a scoprirli tutti, italiani e non: dalla Svezia, alla Francia, agli Stati Uniti d’America, ogni Stato ha il suo.

Voi non dovete fare altro che stare pronti a festeggiare!

Nome in codice Chiacchiere

Forse simbolo del Carnevale italiano, le chiacchiere non possono certo essere assenti, qualunque sia il loro nome. Infatti ogni zona d’Italia ha deciso di ribattezzarle a modo suo, ecco quindi che:

  • In Campania, Sicilia, Lombardia, Emilia e Umbria si chiamano, appunto, Chiacchiere.
  • Nel Lazio e nelle Marche si chiamano Frappe.
  • In Liguria e in Piemonte si chiamano Bugie.
  • In Toscana si chiamano Cenci.
  • In Romagna si chiamano
  • In Sardegna si chiamano Meraviglias.

Ma anche se ogni regione ha fatto quel che voleva con i nomi, la ricetta è la identica in ogni zona ed è costituita da un impasto di burro, farina e vino in modo da creare una sfoglia sottile da friggere in padella piena d’olio bollente fino a che non raggiunge una coloritura dorata.

Alcuni le preferiscono al forno, perché rimangono più croccanti e un po’ meno grasse.

Castagnole

Le Castagnole sono l’altro Dolce con la “D” maiuscola del carnevale, originarie della Romagna e del centro Italia ma oggi diffuse un po’ in tutto lo stivale. Sono fatte di farina, zucchero e uovo e dopo la frittura vengono servite con una spolverata di zucchero a velo.

Si possono anche farcire, per renderle ancora più golose, con la crema pasticcera o con la crema al cioccolato.

Fritole veneziane

Venezia è indubbiamente la Regina del Carnevale (e Viareggio la Principessa, se vogliamo). Ecco perché il dolce carnevalesco tipico della Serenissima, le Fritole, è visto molto seriamente.

Non a caso, in passato erano preparate da dei fritoleri molto importanti e famosi, che tramandavano il loro mestiere via dinastica, di padre in figlio, come un importantissimo segreto da conservare.

Sono molto simili alle castagnole per forma e consistenza, ma da loro differiscono per la presenza dell’uva sultanina (e non poteva essere altrimenti, vista la vocazione internazionale che Venezia aveva in passato, e i suoi rapporti con l’Impero Ottomano, da cui l’uvetta è stata importata).

Le dimensioni delle fritole sono estremamente rigide: guai a sforare i 4 centimetri!

Cicerchiata

Questo dolce è invece tipico di Marche e Molise, ed è strettamente imparentato agli struffoli tipici di Napoli. L’impasto della Cicerchiata è fatto di farina, burro, uova e zucchero e viene poi lavorato in piccoli tocchettini fritti poi in olio.

Il nome Cicerchiata dovrebbe essere riferito alle cicerchie, un legume tipico dell’Italia Centro-Meridionale: significa infatti “mucchietto di cicerchie”.

Ravioli dolci di Carnevale

Diffusi in Sardegna, Marche ed Emilia-Romagna, ognuna di queste regione ne propone una sua versione (ovviamente rivendicandone l’originalità: e che Italia sarebbe altrimenti!?).

Le Marche ad esempio le propongono in una sfoglia di vin cotto, acqua e farina e con una farcitura di crema pasticcera o crema di castagne.

Svezia, Brasile e USA

Usciamo ora dai confini italiani, per esplorare qualche dolce di Carnevale tipico di paesi stranieri, vicini e lontani. Per esempio in Svezia si prepara il Semla, dolce tipico anche di tutti gli altri Paesi Nordici (Danimarca, Finlandia, Norvegia e Islanda).

È un panetto tondo molto morbido, che si prepara con la farina di grano e si farcisce con panna montata e pasta di mandorle. Gli svedesi tendono a consumarlo proprio nel martedì grasso.

Ma parlando di Carnevale non si può non nominare il Brasile, famosissimo nel mondo per i festeggiamenti colorati e variopinti del Carnevale di Rio de Janeiro (visti anche nel film d’animazione Rio, uscito nel 2011).

Qui si preparano i papos de najo, ricetta in realtà del Portogallo e che proprio nella ex colonia portoghese ha riscontrato enorme successo. Questi dolcetti sono fatti con le uova e cotti in forno, per poi essere immersi in uno sciroppo caldo fatto di zucchero, acqua bollente, cannella e scorza di limone.

E concludiamo negli Stati Uniti, che come loro solito ci propongono una vera ciccionata: ovvero la King Cake, originaria di New Orleans. Si tratta di una ciambella il cui impasto è insaporito di limone e cannella, e che è ricoperta da una coloratissima glassa di zucchero (tendenzialmente si usano il giallo, il verde e il viola per un bellissimo risultato).

 

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